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Itinerario narrativo del fiume Arno

CITTÀ: Firenze, Bagno a Ripoli, Fiesole, Incisa, Rignano, Signa
COMMITTENTE: Provincia di Firenze e Comune di Firenze
DESTINAZIONE D’USO: Progetto di riqualificazione paesaggistica e recupero idroelettrico delle traverse e delle briglie storiche del fiume Arno
TIPO DI CONCORSO: Gara d’appalto integrato su Progettazione preliminare ed offerta tecnico/economica; Progetto Commissionato da PAC s.p.a. per rispondere alla gara d’appalto integrato; progettazione preliminare delle opere di inserimento urbanistico, architettonico e paesaggistico delle opere di sfruttamento idroelettrico delle briglie
CLASSIFICAZIONE DEL PROGETTO: Primo classificato e vincitore della gara
ANNO DI PROGETTAZIONE: 2008

PROGETTISTI: Prof. Arch. Massimo Angrilli
con Arch. Cesare Corfone e Arch. Rocco Corrado

Le briglie traverse esistenti in oggetto sono tredici e necessitano di interventi manutentivi, i quali verranno eseguiti in concomitanza con la realizzazione degli impianti idroelettrici. Gli impianti in progetto sono n. 12 ed impostati ognuno in corrispondenza di una briglia/traversa esistente e pertanto sfrutteranno il salto naturale creato dalle briglie stesse mediante la derivazione delle acque in un canale di adduzione. Ognuna delle centrali idroelettriche in progetto è del tipo ad acqua fluente.

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L’energia idroelettrica è una fonte di energia pulita utilizzata nell’attività umana; è oggi impiegata sia nei paesi industrializzati sia in quelli più poveri. Uno sfruttamento più intensivo dell’energia idroelettrica potrebbe contribuire ad aumentare la produzione energetica di molti Paesi, senza dover far ricorso ai combustibili fossili, così preziosi, o al nucleare, sempre contestato.

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All’inizio dell’Ottocento l’energia idraulica, diede impulso alla crescita delle industrie tessili, conciarie e meccaniche. Diversi insediamenti di filature, tessiture, mulini, segherie, ecc. hanno trovato infatti ubicazione e sviluppo sulle rive dei corsi d’acqua dai quali traevano in vario modo l’energia meccanica per l’azionamento dei loro macchinari.

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Attualmente lo sfruttamento prevalente dell’energia cinetica delle acque, siano esse fluenti o in caduta, è relativo alla produzione di energia elettrica. Sono proprio quelli idraulici i più grandi impianti esistenti per la produzione di elettricità, centrali idroelettriche. In Italia – dove le attività idroelettriche risalgono ai primi del ‘900 e dove si è sviluppato un know-how tecnologico avanzato – la produzione di energia idroelettrica continua a rivestire un ruolo di primo piano, con un contributo che, pur variando di anno in anno a seconda del livello delle precipitazioni, corrisponde a circa un sesto dell’intera produzione elettrica nazionale. L’elettricità prodotta dalle centrali idroelettriche non ha alcun tipo di emissione inquinante.
Ed è appunto con questo principio si intende sfruttare la potenzialità del fiume Arno in provincia di Firenze, per produrre energia elettrica “pulita” in grado di assicurare una base annua economica e non compromettere l’ambiente naturale pregevole che circonda l’intero territorio.
Il progetto relativo alla traversa delle Sieci si inquadra nell’ambito del “Parco delle Arti e dei Mestieri”, che riunisce, oltre a quella delle Sieci, le traverse di Compiobbi e di Ellera. Nella proposta generale di “Itinerario Narrativo dell’Arno” la presenza dell’importante complesso delle Gualchiere di Remole, considerato uno dei maggiori esempi di archeologia pre-industriale d’Europa ed oggetto di studi storici di rilevanza internazionale, conferisce al sito il tema dominante di questo tratto dell’Itinerario Narrativo. L’ipotesi di “Parco delle Arti e dei Mestieri” fa infatti riferimento alle importanti attività di manifattura che si svolgevano presso le Gualchiere fin dal medioevo. “Le gualchiere di Remole costituiscono uno dei pochi esempi di opificio industriale di epoca tardo-medievale esistenti ancora oggi in Italia, documentando, al tempo stesso, lo sviluppo raggiunto dalla manifattura laniera fiorentina. L’intero complesso delle opere idrauliche è rimasto sostanzialmente inalterato. Di proprietà delle famiglie Albizzi, Rucellai e Valori, nel 1541 l’edificio di Remole fu acquistato dall’Arte della Lana, che gestì l’attività delle gualchiere fino al 1728, quando, in seguito alla sua soppressione, gli impianti entrarono a far parte dei beni di Santa Maria del Fiore.” (tratto dalla scheda curata da Anna Toscano, Istituto e Museo di Storia della Scienza, per gli Itinerari Scientifici in Toscana). Il territorio in cui si colloca il complesso delle Gualchiere e la traversa delle Sieci è caratterizzato dal punto di vista paesaggistico dagli insediamenti storici puntiformi, quali castelli e pievi, e dal sistema dei borghi. Il fiume Arno e i suoi affluenti costituiscono i segni della natura più evidenti e caratterizzanti l’insieme, ma è soprattutto il sistema rurale collinare, le cui forme si devono alla fase della mezzadria, a conferire a Bagno a Ripoli le qualità paesaggistiche più rilevanti, quelle che in passato gli hanno fatto meritare l’appellativo di “giardino più delizioso” nel contado fiorentino. Oliveti, vigneti, alberi da frutta e coltivazioni orticole sono le forme prevalenti del paesaggio agrario, recentemente tuttavia, a causa del progressivo abbandono delle coltivazioni, si assiste ad un processo di inselvatichimento, con il ritorno della boscaglia. La soluzione prescelta per lo sfruttamento idroelettrico, che vede le opere di presa e di restituzione collocarsi nell’immediato intorno dell’attuale opera di presa, presenta due vantaggi dal punto di vista ambientale e paesaggistico, oltre che di funzionamento idroelettrico. Il primo vantaggio attiene alla messa in opera delle opere idrauliche; queste vengono mantenute nell’ambito delle preesistenti opere di sbarramento e derivazione, ben distanti dal complesso delle Gualchiere, il secondo attiene alla conservazione dei caratteri naturali che nel tempo la gora ha acquisito e che interventi di ristrutturazione inevitabilmente gli farebbero perdere. Si ritiene infatti necessario preservare da compromissioni l’antico complesso destinandolo, in parte all’insediamento di un Museo/Centro di documentazione, denominato negli elaborati “Vetrina del Parco”. Il museo tratterà la storia dei mestieri che anticamente si svolgevano nelle Gualchiere di Remole, uno dei maggiori e più antichi esempi di archeologia pre-industriale. Il Museo presenterà ricostruzioni del processo di lavorazione della lana, mostrando in modo particolare i sistemi ed i meccanismi di sfruttamento delle acque del fiume per la produzione di forza motrice, grazie anche alla disponibilità in sito di macchinari idraulici ancora esistenti.

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La soluzione architettonica relativa ai nuovi interventi di sfruttamento idroelettrico, in particolare del volume contenente il canale di restituzione delle acque, prevede la configurazione di un elemento la cui giacitura, oltre ad assecondare le razionalità di funzionamento idraulico, si confronta con le giaciture ed i segni preesistenti, traendo in modo particolare le sue forme dal rapporto con il muro che attualmente ospita la paratoia per il rilascio delle acque in Arno.

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La configurazione architettonica prevede la scomposizione del volume in più parti, con aggetti e piegature che articolano l’insieme in più elementi, dimensionati tenendo conto delle misure delle preesistenze e contribuendo così al migliore inserimento dell’opera nel contesto. Il materiale impiegato per il rivestimento del canale, la cui struttura è naturalmente in cemento armato, è la pietra, in due diverse pezzature e colorazioni. Una più simile per dimensioni e colore alla pietra presente nel vicino edificio, l’altra se ne distacca e conferisce all’insieme maggiore leggerezza e modernità. Si è volutamente evitata una soluzione “in stile” in quanto si intende affermare il diritto alla modernità del nuovo intervento, pur nel rispetto dei valori paesaggistici del contesto. Il tema della produzione di energia “verde” è un tema moderno e come tale impone la ricerca di forme e linguaggi contemporanei, senza tuttavia rinunciare alla lezione della storia. Proprio la storia, peraltro, mostra che quello delle centrali idroelettriche è uno dei temi privilegiati per l’espressione di qualità architettonica, al passo con le tecnologie che vengono impiegate per le macchine idrauliche. L’unico volume, peraltro di modeste dimensioni, che sarà realizzato fuori terra riguarda il locale adibito ai quadri elettrici. Il trattamento architettonico della facciata prevede la sovrapposizione all’edificio, realizzato in cemento armato e muratura, di una griglia in legno, dipinta di bianco. La copertura sarà rivestita in lamiera di rame, la cui ossidazione produrrà la tipica colorazione verde che ben si inserisce nel contesto naturale.
L’insieme delle opere sopra descritte è messo in relazione con il contesto attraverso un percorso ciclo-pedonale, che costituisce, in questa sezione del fiume, un tratto dell’Itinerario Narrativo dell’Arno. Il percorso ricalca sentieri preesistenti, questi verranno opportunamente sistemati con formazione del fondo e delle cordonature, alberature e staccionature laterali, e saranno messi in connessione con la viabilità stradale attraverso nodi di scambio auto/bicicletta, dove si potrà, in futuro, (coerentemente con la visione di Parco Fluviale della Provincia di Firenze) collocare piccole stazioni di noleggio bici.
Il percorso è immesso in una fascia in cui si prevedono interventi di valorizzazione paesaggistica, che, a seconda dei contesti, riguardano operazioni di rimozione materiali incongrui, di ripristino vegetazione coerente con le associazioni di specie presenti nel contesto e di ripopolamento laddove necessario. Sono inoltre previsti ambiti di potenziamento ecologico, che riguardano interventi più importanti per la costituzione di sistemi con valenza naturalistica, come ambienti umidi d’acqua dolce.

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