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Paesaggio dello stretto

CITTÀ: Gioia Tauro, Italia
COMMITTENTE: Regione Calabria
DESTINAZIONE D’USO: Riqualificazione urbana
TIPO DI CONCORSO: International Workshop ECO_City
ANNO: 2009

PROGETTISTI
Carmen Andriani, Massimo Angrilli, Cesare Corfone, Santo Andali, Alessandro Iezzi, Teresa Racanelli, Chiara Rizzi

La figura di senso che caratterizza l’area dello stretto è connessa alla condizione di affaccio del territorio costiero e collinare sul mare e sulla costa siciliana, leggibile a scala geografica. L’identità del paesaggio è espressa dall’immagine della “pianura marina”, misurata dal netto profilo delle coste siciliana e calabrese. I suoi significati simbolici, connessi al ruolo di bacino di separazione geografica dei mari Ionio e Tirreno ed ai valori mitologici e letterari legati alle figure di Scilla e Cariddi e della Fata Morgana, rendono questo paesaggio di rilevanza internazionale.

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La costa calabra tra Scilla e Reggio è interpretata quindi come un grande terrazzo affacciato sul mare, caratterizzato principalmente dalla forza dei lineamenti geomorfologici, ben espressi dai rilievi che si sollevano dal mare raggiungendo rapidamente quote molto elevate, ricoperti da boschi alle quote più alte e da tessere di vigneti terrazzati a quelle più basse, e dall’orlo costiero, dal quale emergono i centri storici, ormai assorbiti da estese conurbazioni prive di qualità e caratterizzate da forte caoticità.

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Il paesaggio dello stretto si configura in definitiva come un paesaggio-chiave della regione, con una spiccata identità, dovuta principalmente ai caratteri geografici ed alla singolare morfologia, e caratterizzato dalla reciprocità tra lo spazio costiero e l’acclive ambiente collinare, caratterizzato invece da una maggiore inerzia delle forme e degli usi, sebbene sottoposto a processi di risalita dell’edificato, e soprattutto dalla condizione di affaccio sullo spazio dello stretto, vero e proprio luogo della percezione totalizzante e dell’immaginario collettivo.

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Il paesaggio dello stretto si configura in definitiva come un paesaggio-chiave della regione, con una spiccata identità, dovuta principalmente ai caratteri geografici ed alla singolare morfologia, e caratterizzato dalla reciprocità tra lo spazio costiero e l’acclive ambiente collinare, caratterizzato invece da una maggiore inerzia delle forme e degli usi, sebbene sottoposto a processi di risalita dell’edificato, e soprattutto dalla condizione di affaccio sullo spazio dello stretto, vero e proprio luogo della percezione totalizzante e dell’immaginario collettivo.

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Le esplorazioni progettuali sono riferite a due casi di stazioni ferroviarie da riqualificare e trasformare in luoghi di centralità urbana; le stazioni di Archi e di Catona. I casi sono considerati esemplificativi di due forme di insediamento costiero, il primo, quello di Archi, in cui l’intorno urbano della stazione presenta una minore densità edilizia ma una maggiore presenza di degrado; il secondo, quello di Catona, esprime una maggiore densità e strutturazione del centro, per efetto della pianificazione e della ricostruzione post-terremoto.

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La varietà di casi, rappresentati dalla catena di stazioni ferroviarie lungo il tratto da Scilla a Reggio, presenta una varietà di situazioni nel rapporto tra stazione e intorno urbano difficilmente sintetizzabile in due soli casi, tuttavia alcuni principi, contenuti nelle esemplificazioni progettuali, sono applicabili in una larga parte delle situazioni, con i dovuti adattamenti che il contesto specifico impone. La strategia progettuale adottata consiste in un processo temporale articolato in tre fasi: la prima rivolta alla riqualificazione dei manufatti della stazione e degli spazi di pertinenza, mirata ad elevare la qualità architettonica e funzionale delle stazioni; la seconda rivolta agli assi urbani ed agli spazi pubblici eventualmente presenti nell’immediato intorno dell’edificio ferroviario; la terza è essenzialmente una prefigurazione dei processi di valorizzazione immobiliare suscitati da una parte attraverso agevolazioni per cambi di destinazione d’uso e premi di cubatura. La riqualificazione si fonda anche sul coinvolgimento dell’arte, trasformando le piccole stazioni in altrettante sale espositive all’aperto, riunite da un ideale corridoio museale rappresentato dal corridoio ferroviario.

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